NEVER UP NEVER IN è un progetto socio-educativo strutturato per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) a sostegno del Terzo Settore nell’ambito del PNRR finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU. L’espressione “Never Up Never In” ha orgine nel golf e significa che se non ci si avvicina alla buca è impossibile fare centro!Nel caso del nostro progetto, Never Up Never In indica che Senza partecipazione, non ci può essere alcun risultato! Quindi, gli obiettivi del progetto sono:
1) Contrastare la dispersione scolastica e quindi la povertà educativa;
2) Favorire l’incontro tra la scuola e il mondo del lavoro in ottica di impatto sociale
3) Privilegiare metodologie innovative, partecipative e laboratoriali per lo sviluppo di competenze trasversali e metacognitive.
Lab Up di Innovazione Sociale
Il Lab-Up di innovazione sociale coordinato dalla Cooperativa Lazzarelle è un percorso di 50 ore destinato a quattro gruppi classe di due istituti scolastici. Con la IIIC e IVC dell'ISIS Vittorio Veneto e con la III AMI e la III ASS dell'Istituto Attilio Romanò, le nostre operatrici di progetto esplorano esempi di innovazione e imprenditoria sociale, partendo dall'analisi dei bisogni del territorio locale. I primi 5 incontri sono organizzati in aula in modo da fornire alle studentesse e agli studenti gli strumenti per comprendere il funzionamento del terzo settore ed analizzare insieme le buone prassi delle associazioni, cooperative ed imprese sociali che - attraverso la valorizzazione di persone vulnerabili o provenienti da contesti di fragilità - cercano soluzioni innovative a problemi sociali e/o ambientali.
Al termine della prima fase d'aula, le studentesse e gli studenti partecipano a giornate esplorative sul territorio al fine di toccare con mano alcune delle realtà analizzate in classe.
I ragazzi e le ragazze della III e IV C dell'ISIS Vittorio Veneto hanno visitato Mani Tese a Piazza Cavour, simbolo di solidarietà e giustizia sociale nel cuore della città di Napoli. All'interno della bottega del commercio equo e solidale, oltre ad esplorare i vari prodotti provenienti da economia sociale e carceraria e da piccole cooperative del sud del mondo, si sono confrontati su democrazia, beni comuni, consumo responsabile e critico. In questo modo, gli studenti e le studentesse hanno avuto l'occasione di riflettere sulla libertà e sulla responsabilità, in un ambiente unico che rappresenta da anni uno spazio di resistenza nel cuore di Napoli.
Grazie all'impegno dei volontari di Mani Tese, gli studenti e le studentesse si sono cimentati in un esercizio di dibattito incentrato sul tema delle disuguaglianze socio-economiche e sulla giustizia sociale.
Partendo da un case study realistico di un processo, i ragazzi e le ragazze si sono divisi in tre gruppi immaginando di rappresentare la difesa, l'accusa e la giuria, esercitando sia la propria capacità di immedesimazione e quindi di empatia, che la loro abilità retorica e di strutturazione del pensiero.
Le studentesse dell'Istituto Attilio Romanò, insieme alle operatrici di progetto, hanno visitato Chikù, lo spazio culturale gestito dalle associazioni Chi rom e chi e Kumpania, che da anni realizzano interventi di pedagogia inclusiva e laboratori di teatro sul territorio di Scampia, facendo incontrare la comunità partenopea e quella rom in ottica di collaborazione e sinergia.
All'interno di Chikù sorge un esempio di impresa sociale basato sull'unione tra il patrimonio gastronomico napoletano e quello balcanico. Abbiamo incontrato le donne protagoniste di questa impresa che ci hanno raccontato i loro vissuti e la loro esperienza di riscatto attraverso un lavoro creativo e unico nel suo genere.
Un'occasione preziosa per discutere, insieme in un cerchio, di emancipazione femminile e di indipendenza economica come mezzo per contrastare e superare relazioni interpersonali limitanti, controllanti e violente.
Abbiamo poi scoperto il primo ecomuseo della Campania: MOSS è uno spazio in cui ricordi e suggestioni di diverse comunità si fondono in modi creativi e affascinanti, attraverso il riciclo e il riutilizzo di materiali che riprendono forma attraverso le storie e le voci delle persone del territorio, ma anche le testimonianze dei visitatori.
Il cerchio delle donne da Chikù: insieme alla scoperta di imprenditoria femminile e attivismo che cambiano i quartieri e le periferie.